Le due specie di riso coltivate nel mondo sono: Oryza Sativa e Oryza Glaberrima, quest’ultima coltivata esclusivamente nel continente africano. La specie Oryza Sativa si differenzia in tre ulteriori sub specie: Indica, Japonica e Javanica (minor importanza). Dal punto di vista strettamente commerciale vi sono più classificazioni del riso, diverse a seconda dei parametri distintivi presi in considerazione.
CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE DEL RISO
Legislazione Italiana
La classificazione del riso secondo la legislazione Italiana viene effettuata basandosi sulle indicazione della Legge n.325 del 18 Marzo 1958 in attesa della nuova legge sul mercato interno in fase di approvazione. Il riso viene classificato in 4 gruppi sulla base della dimensione del chicco lavorato, del rapporto lunghezza e larghezza del chicco, della sua consistenza e della sua perlatura. Ogni anno viene emesso un Decreto Ministeriale recante la denominazione delle varietà di risone e le corrispondenti varietà di riso, tenendo naturalmente conto delle varietà di nuova iscrizione.
I gruppi di suddivisione sono:
Normativa UE
Per quanto riguarda la classificazione del riso secondo la legislazione vigente nell’Unione Europea (Regolamento UE n.1308/2013) i parametri che vengono presi in considerazione sono esclusivamente la lunghezza del chicco lavorato e il rapporto tra lunghezza e larghezza del chicco.
In base a questo il riso è classificato in:
Ulteriore classificazione può avvenire in base al contenuto di amilosio apparente del riso:
Commercializzazione del Riso
Il Riso viene commercializzato nei seguenti stati di lavorazione:
Riso semigreggio: ottenuto dalla semplice decorticazione del risone (asportazione della lolla) tramite il processo di sbramatura.
Riso semilavorato: ottenuto dalla sbramatura del risone e da una prima lavorazione con una asportazione solo parziale del pericarpo (strato esterno del chicco)
Riso bianco: ottenuto partendo dalla sbramatura del risone e successiva lavorazione per l’asportazione dell’intero pericarpo, ovvero tutti gli strati esterni del chicco. Sempre più spesso viene inserita una ulteriore valutazione del riso sulla base del “grado di bianco del chicco” stabilito tramite colorimetro Kett.
Qualità del riso
Sotto questo aspetto vengono tenuti in considerazione i difetti del riso determinabili da una analisi visiva del campione di riso.
I principali difetti sono:
Per ciascuno dei difetti elencati esistono opportune percentuali di tolleranze consentite.
Nella valutazione commerciale del risone, oltre alla valutazione dei grani difettati sopra elencati, indispensabile è certamente la valutazione della resa in lavorazione ovvero: quantità di riso lavorato a granello intero che si può ottenere da un campione di risone. Importante perché è uno degli aspetti che viene preso in considerazione per la determinazione del prezzo di vendita del risone. La resa viene determinata partendo da un campione di 100 g di risone, è espressa in percentuale e varia in funzione della varietà di risone, delle condizioni di coltivazione e di conservazione.
Documenti utili scaricabili:
Decreto Ministeriale varietà riso e risone 2015/2016
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